martedì 13 maggio 2014

TEASER TUESDAYS #28 : TI PREGO LASCIATI ODIARE DI ANNA PREMOLI

Buongiorno lettori! Siete pronti per il Teaser Tuesdays di oggi?
Una rubrica ideata dal blog Should be Reading, che consiste nel far sapere agli altri cosa si sta leggendo.

Vi ricordo le regoline se volete partecipare :

Basta prendere il libro che si sta leggendo, aprirlo ad una pagina a caso e trascrivere un breve spezzone (senza fare spoiler) del romanzo.
Aggiungete titolo e autore, in modo da far sapere agli altri di cosa si tratta.

Il romanzo di oggi è :

TI PREGO LASCIATI ODIARE DI ANNA PREMOLI


"Su ragazzi, non potete fare così", ci riprende George ridacchiando mentre si avvicina a Tamara per baciarla. Noi lo fissiamo stupiti.
"Dovreste provare a farlo anche voi", suggerisce.
"Jenny mi darebbe un pugno se solo ci provassi davanti all'ufficio".
"Certo che lo farei!" confermo." Loro sono una coppia e possono anche baciarsi, noi non lo siamo".
Ian alza le sopracciglia e mi guarda con aria di sfida. "Davvero?" mi dice avvicinandosi.

PAGINA 282

1 commento:

Annalisa ha detto...

Bel teasur!!! Mi piace Anna Premoli ^-^

Quando tornai a casa, Christine provò a parlarmi.
Non ricordo cosa disse, forse si lamentò di tutto il tempo che ero stata vi e del fatto che fossi tornata a mani vuote. Ma non sapeva quanto fosse piena la mia testa. Così piena da non riuscire a pensare.
Capì che qualcosa non andava e mi seguì fino in camera solo per vedermi crollare su letto. Mi sentivo morta. Svuotata. Nate aveva perso il suo cuore e lo aveva tolto anche a me.
Christine capì che era inutile continuare a chiedermi cosa fosse successo e si sdraiò accanto a me. Penny era rimasta in soggiorno e stava ancora giocando. Christine mi guardò negli occhi, senza paura di essere sbalzata in mondi lontani, e scoprì che non c'era niente. Le mie pupille erano assenti, il mio volto era come cancellato.
Mi accarezzò i viso. In un altro momento mi sarei accorta della sua dolcezza, sapevo quanto le costava. Ero come assiderata, non sentivo neppure le sue dita che mi sfioravano. Allora si avvicinò ancora e mi abbracciò. Ne avevo bisogno. Questo alleviò un poco la mia solitudine. Ma le sue non erano le braccia di Nate.
Tratto da IRIS. I SOGNI DEI MORTI di Maurizio Temporin pag. 193