sabato 21 marzo 2020

LA MIA OPINIONE SU : IL TATUATORE DI AUSCHWITZ DI HEATHER MORRIS

Buonasera lettori! Oggi vi propongo un romanzo dal tema forte  e toccante, ma che racchiude un messaggio di grande positività.
Buona lettura ^^

Titolo: Il tatuatore di Auschwitz
Autore: Heather Morris
Prezzo: € 10,00
Editore: Garzanti
Trama: Il cielo di un grigio sconosciuto incombe sulla fila di donne. Da quel momento in poi sarà solo una sequenza inanimata di numeri tatuata sul braccio. Ad Auschwitz Lale, ebreo come loro, è l'artefice di quell'orrendo compito. Lavora a testa bassa per non vedere un dolore così simile al suo. Quel giorno però Lale alza lo sguardo un solo istante. Ed è allora che incrocia due occhi che in quel mondo senza colori nascondono un intero arcobaleno. Il suo nome è Gita. Un nome che Lale non può più dimenticare. Perché Gita diventa la sua luce in quel buio infinito. La ragazza racconta poco di sé, come se non essendoci un futuro non avesse senso nemmeno il passato. Eppure sono le emozioni a parlare per loro. Sono i piccoli momenti rubati a quella assurda quotidianità ad avvicinarli. Ma dove sono rinchiusi non c'è posto per l'amore. Dove si combatte per un pezzo di pane e per salvare la propria vita, l'amore è un sogno ormai dimenticato. Non per Lale e Gita che sono pronti a tutto per nascondere e proteggere quello che hanno. E quando il destino vuole separarli nella gola rimangono strozzate quelle parole che hanno solo potuto sussurrare. Parole di un domani insieme che a loro sembra precluso. Dovranno lottare per poterle dire di nuovo. Dovranno crederci davvero per urlarle finalmente in un abbraccio. Senza più morte e dolore intorno. Solo due giovani e la loro voglia di stare insieme. Solo due giovani più forti della malvagità del mondo.
La mia opinione :  Esprimere la propria opinione su un libro del genere non è mai semplicissimo.
L’olocausto è un tema che inevitabilmente crea angoscia, dolore e malinconia nei confronti di un passato che l’umanità non può cambiare, ma soltanto ricordare per far in modo che non si ripeta.
Questa tematica ha sempre un forte impatto su di me sia che si tratti di una storia vera che ispirata ad eventi reali.
Fino ad oggi ogni libro sul tema mi ha lasciato qualcosa d’importante, nessuno escluso, perché è davvero impossibile non farsi toccare dagli eventi narrati.
Ci sono però delle storie in particolare che sono riuscite a scavare una nicchia dentro di me , un angolino nel mio cuore che non mi abbandonerà mai.
Purtroppo, nonostante sia un ottimo romanzo, Il tatuatore di Auschwitz non è tra questi.
Il protagonista è Lale ; un giovane ebreo deportato nel più tristemente famoso campo di sterminio della storia. 
Lale però, a differenza di molti altri, riesce a guadagnarsi un compito ingrato, ma che riuscirà a garantirgli la sopravvivenza e a dargli dei piccoli vantaggi per sopravvivere.
Il suo lavoro è quello di tatuare la combinazione numerica dei detenuti al loro arrivo ad Auschwitz ed è in questo modo che conosce Gita, una prigioniera come lui, della quale s’innamora al primo istante.
Con astuzia Lale si guadagna la simpatia di un SS, un giovane soldato ambizioso e arrogante che lo aiuta a sopravvivere nel campo.
La vita del tatuatore è dedicata all’aiuto degli altri, grazie alla sua posizione infatti, riesce a creare una rete di contrabbando di cibo che salverà la vita a molti prigionieri.
Lale è indubbiamente un personaggio coraggioso ed altruista, purtroppo però non sono riuscita ad immedesimarmi completamente in lui e a vivere intensamente le sue vicessitudini.
Nonostante lo stile dell’autrice sia fluido e scorrevole non è riuscito a farmi entrare completamente nella storia e ad assaporare la vera essenza dei personaggi.
La loro interiorità non trapela in maniera dirompente, tanto che mi sono sentita esclusivamente spettatrice della vicenda e non parte integrante.
Leggendo mi sono trovata troppo spesso nella posizione di chiedermi se la storia fosse reale o meno in quanto alcune vicende mi sono sembrate un po’ artefatte, create per rendere la narrazione più agevole.
A differenza di altri romanzi di questo genere l’ho vissuto molto meno rispetto ad altri che , al contrario,  sono riusciti a commuovermi e a scuotermi profondamente.
Una storia sicuramente forte che si legge bene , ma che non mi ha coinvolto a tal punto da appassionarmi fino in fondo.
Una vicenda che raccontata con un’ introspezione maggiore dei personaggi e un’enfasi più marcata sugli avvenimenti importanti avrebbe potuto dare molto di più. 
Il fulcro di questo libro, nonchè il suo punto di forza, è sicuramente il meraviglioso messaggio di positività e di amore  in grado di far sorgere la speranza in ogni situazione, persino all'interno di Auschwitz.


VALUTAZIONE FINALE : 3 FATINE

Buona lettura
Anita

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