Una rubrica ideata dal blog Should be Reading, che consiste nel far sapere agli altri cosa si sta leggendo.
Vi ricordo le regoline se volete partecipare :
Basta prendere il libro che si sta leggendo, aprirlo ad una pagina a caso e trascrivere un breve spezzone (senza fare spoiler) del romanzo.
Aggiungete titolo e autore, in modo da far sapere agli altri di cosa si tratta.
Il romanzo di oggi è :
RAVEN BOY DI MAGGIE STIEFVATER
Era il 24 aprile, la vigilia di San Marco. Per la maggior parte delle persone, il giorno di San Marco passava senza che nessuno lo notasse.
Non era un giorno di vacanza. Non ci si scambiava regali. Non
c'erano costumi o festival. Non era un giorno di soldi, non si trovavano biglietti d'auguri di San Marco negli espositori dei negozi, e alla televisione non andavano in onda programmi speciali in tivù. Nessuno segnava il 25 aprile sul calendario. Infatti, la maggior parte dei vivi era all'oscuro anche solo del fatto che a San Marco fosse dedicato un giorno,
Ma i morti ricordavano.
PAGINA 14
9 commenti:
Arg, continua a non ispirarmi!
Nel mio caso si è rivelata una piacevole scoperta :)
Io la Stiefvater la conosco bene. Però mi ha delusa con la fine di Forever dei lupi di Marcy falls. Quindi voglio leggerlo questo per vedere se mi piacerà.
A me quella serie è piaciuta tantissimo <3
l'ho comprato ma non riesco a decidermi a leggerlo, non so
Non vedo l'ora di comprarlo anch'io mi piace molto lo stile di scrittura della Stiefvater ho letto tutta la serie dei lupi emi è piaciuta davvero tanto (spero che Sinner arrivi presto in Italia) ^-^
Ogni solco o buca nel terreno gli rendeva il dolore ancora più insopportabile, nonostante questo il suo cuore ferito continuava a battere. Ma lui non voleva vivere, Dio gli era testimone. Aveva dato prova di essere un codardo, quindi meritava la morte. Vivere avrebbe significato dover fare i conti tutti i giorni con la sua colpa, con il suo disonore. Era troppo debole; non poteva sopportarlo. Pregò di essere liberato da quella sofferenza, dall'angoscia della vergogna che provava. La sua famiglia non esisteva più, la sua casa era stata distrutta. Che motivo aveva ancora per vivere? A quale scopo?
La risposta arrivò in fretta. All'inizio era solo un oscuro sussurro che ancorava la sua anima al terreno con cupe catene. Lo chiamava, invitandolo a resistere, supplicandolo di combattere.
E quando il guaritore lo portò nella sua capanna e iniziò a curargli le ferite, quel sussurro si fece più forte fino a riempirgli il cuore, la mente, l'anima. Era una sola parola. Un mantra. Un giuramento.
Vendetta.
Tratto da IL SIGNORE DELLA VENDETTA di Lara Adrian pag. 12
Sono a metà e finora sembra migliore di quello che pensavo
wow...ammetto che il teaser mi ha incuriosito parecchio..*_*
Sinceramente l ho trovato molto diverso e sorprendente rispetto a ciò che pensavo.
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