lunedì 9 marzo 2015

LA MIA OPINIONE SU...NELLA TESTA DI UNA JIHADISTA DI ANNA ERELLE

Buonasera lettori! Per ricordare ancora una volta la festa delle donne  posto questa recensione dedicata ad un romanzo con una protagonista femminile estremamente coraggiosa.

Titolo: Nella testa di una jihadista
Autrice: Erelle Anna
Prezzo: € 14,00
Dati: 2015
Editore: TRE60 (collana TRE60)
Trama: Giovane reporter francese, Anna Erelle, ha indagato a fondo la «propaganda digitale» dello Stato Islamico e i metodi di reclutamento utilizzati dai jihadisti su Internet, la cosiddetta «Jihad 2.0». Nel corso delle sue ricerche è venuta in contatto con decine di giovani europee «reclutate» sui social network e dichiaratesi pronte a partire per la Siria. Per comprendere meglio il fenomeno e realizzare un reportage ha creato l'identità fittizia di «Mélanie». Dalla pubblicazione del suo testo Anna Erelle ha ricevuto diverse minacce. Vive sotto scorta e sotto falsa identità.
La mia opinione : Anna Erelle è lo pseudonimo sotto la quale si nasconde una giovane giornalista francese condannata per sempre da un reportage che le ha cambiato la vita.
Da tempo, Anna studia le dipendenze, i reclutamenti e i cosiddetti “lavaggi del cervello”. Ha affrontato il mondo della droga, delle sette e della guerra rischiando molto, ma per lei non ha importanza, l’argomento l’appassiona, così tanto da prendere a cuore le storie delle famiglie che intervista.
Il suo interesse principale però si focalizza sul reclutamento che gli jihadisti, guerriglieri dell’Is, effettuano tramite internet e che ogni anno plagia moltissimi giovani occidentali.
Sono troppi i genitori oppressi dal dolore per aver perso i figli, partiti per combattere la guerra santa in Siria e mai tornati.
Adolescenti instabili, fragili e sensibili che i guerriglieri allettano attraverso false promesse di una vita di onore e gloria, fatta di ricchezze e privilegi, scaturiti da combattimenti sanguinosi e attacchi kamikaze.
Per seguire il fenomeno sempre più preoccupante del reclutamento, Anna crea un profilo skipe con una nuova personalità, quella di Melanie.
Quest’ultima è una ventenne francese, una giovane convertita all’islam che vuole partecipare alla Jihad e alla conversione degli infedeli direttamente in Siria.
Grazie a questa falsa identità, Anna conosce Bilel, un guerrigliero freddo e spietato che con dolci moine cerca di convincere la ragazza a partire per la Siria.
Lusingandola con un matrimonio da favola e una vita agiata cerca di convincerla a partire dalla Francia per combattere al suo fianco e sconfiggere gli infedeli
Anna, è sempre più interessata alle informazioni che Bilel, ignaro di parlare con una giornalista, gli offre.
In breve tempo si rende conto di trovarsi di fronte ad un pezzo grosso dell’IS, braccio destro di un famoso emiro alla guida dell’intera organizzazione, una fonte d’informazione vitale per capire i meccanismi di reclutamento.
La posta in gioco si fa sempre più pericolosa mano a mano che il tempo avanza. Bilel sembra seriamente innamorato di Melanie e farebbe di tutto per farla partire.
Familiari e colleghi invitano Anna a chiudere tutto al più presto, se Bilel dovesse scoprire l’inganno per lei si metterebbe davvero male.
Sfortunatamente Anna, per amore dell’informazione e del suo lavoro, non cede e parte per Amsterdam per incontrare un contatto inviatole dal terrorista.
Una volta all’aereoporto tutto va storto, Bilel capisce l’inganno e Anna è costretta a fuggire.
La convinzione di averla scampata scema dopo qualche giorno dal rientro. Bilel ha scoperto chi è e le ha lanciato una fatwa su internet : ogni devoto alla causa che la incroci per strada deve ucciderla senza pietà per il suo tradimento.
Questa storia mi ha affascinato subito non solo per l’attualità dell’argomento, ma per il coraggio con cui Anna ha affrontato il caso e i rischi che ne sono derivati.
L’amore per il suo lavoro e il senso di dovere nei confronti dei familiari degli adolescenti plagiati è così forte da farle mettere da parte se stessa pur di entrare nei meandri dell’organizzazione.
Il tema trattato non è dei più semplici e all’inizio ho fatto fatica ad entrare nella storia.
Anna utilizza termini specifici legati al terrorismo e alla Jihad, un argomento su cui non sono particolarmente aggiornata, per cui ho fatto un po’ di fatica ad ingranare.
Lo stile narrativo si rifà appunto a quello del reportage e soprattutto all’inizio del libro risulta piuttosto lento, ma con l’avanzare della lettura sono stata pienamente catturata dalla storia.
Più la partenza per la Siria si avvicina più il ritmo della vicenda diventa incalzante e il pericolo sempre più vicino.
Quando la situazione è peggiorata mi sono sentita molto vicina ad Anna quasi come se lo stesse raccontando di persona.
Una bella lettura che tirando le somme mi è piaciuta e mi ha avvicinato ad un argomento spinoso, ma molto interessante.
Non ero a conoscenza del fenomeno del reclutamento e sicuramente non sapevo di tutto il dolore delle famiglie che hanno visto partire i propri figli, diretti verso morte e sofferenza.
Un romanzo che consiglio a coloro che hanno voglia di una lettura impegnata ed intensa.

VALUTAZIONE FINALE : 3 FATINE E MEZZO!
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Buona lettura
Anita

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