giovedì 29 ottobre 2015

LA MIA OPINIONE SU : INFERNO. CANTI DELLE TERRE DIVISE DI FRANCESCO GUNGUI

Buongiorno lettori! Questo post è dedicato alla recensione di Inferno il primo capitolo della serie distopica Canti delle terre divise
Sfortunatamente il libro non mi è piaciuto, continuate a leggere e saprete il motivo.

Titolo: Inferno. Canti delle terre divise

Autore: Gungui Francesco
Prezzo: € 14,90
Dati: 2013, 430 pagine
Editore: Fabbri  (collana Crossing)
Trama: Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'Inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli... Il primo romanzo di una trilogia fantasy.
La mia opinione: Inferno è il primo capitolo della trilogia “ Canti delle terre divise” dell’autore italiano Francesco Gungui.
La vicenda è assolutamente originale. L’ambientazione distopica si sviluppa su tre livelli sociali : Europa, Paradiso e Inferno.
L’Oligarchia, la forza governativa dittatoriale al potere, ha creato queste sezioni per mantenere l’ordine e stabilire il potere sulla popolazione.
Ad Europa, nella povertà e nel degrado,  vivono i cittadini comuni. Ribellarsi al sistema per migliorare la propria condizioni significa soltanto essere spediti all’ Inferno.
Quest’ultimo è una prigione, costruita all’interno di un vulcano,  che riproduce fedelmente l’inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Grazie alla scienza e all’ingegneria genetica è stato possibile ricreare ogni mostro e ogni pena riportata nel libro antico.
Nel Paradiso invece, vivono soltanto i membri facoltosi dell’alta società con le proprie famiglie. Inutile spiegarvi che è un luogo bellissimo, pacifico e incontaminato che lascia al di fuori gli orrori e le sofferenze patite dagli altri in Europa e Inferno.
In questo scenario ha inizio la storia di Alec e Maj. Lui viene da una vita squallida in Europa da cui se ne è andato (soltanto momentaneamente) per lavorare come giardiniere in Paradiso.
Maj è la figlia di un Oligarca, non sa cosa sia la sofferenza, il dolore e la paura, ma quando per la prima volta vede Alec lavorare nel suo giardino si pone mille domande sulla realtà al di fuori dal Paradiso.
Il suo desiderio di evadere dalla prigione dorata in cui vive cresce parallelamente al sentimento che prova per Alec.
Insieme decidono di scappare, ma al momento fatidico qualcosa va storto e Maj viene sbattuta all’Inferno.
Alec, senza esitare, si ribella e decide di seguirla per salvarla. Riusciranno a sconfiggere il sistema e ad evadere dalla prigione più terribile del mondo?
Come vi anticipavo trovo la trama e la costruzione narrativa estremamente originale. L’idea dell’Inferno e della sua riproduzione mi ha intrigato particolarmente tanto da spingermi a leggere un distopico ( chi mi conosce sa che non è il mio genere preferito)
Purtroppo però, come dice il detto, non è tutto ora quello che luccica.
Di questo romanzo di cui ho apprezzato lo stile scorrevole , l’originalità e l’ambientazione non ho amato i personaggi che, ahimè, sono alla base di un buon libro.
La personalità e il  carattere non mi hanno colpito e non mi hanno permesso di creare un legame con loro.
Ho trovato il loro modo di fare, costruito e poco reale. Ogni scelta è troppo “giusta”, ogni dialogo mirato a rendere buono il personaggio. Non so se mi sono spiegata, ma mi è sembrato più di assistere alle azioni di protagonisti “realizzati” appositamente per quel ruolo che uno sviluppo naturale degli eventi.
La stessa cosa è successa per la love story, assolutamente prevedibile. Il loro approccio, la nascita del sentimento mi è sembrato troppo finto e irreale.
E poi, detto fra noi, chi si tufferebbe nella prigione più temuta del mondo, abbandonando la propria famiglia, per salvare una ragazza conosciuta qualche giorno prima?
Non mi è piaciuto nemmeno il modo poco esaustivo con cui viene spiegata l’Oligarchia. Cos’è? Quando è nata? Perché? Come funziona?  A parte poche informazioni su questo governo dittatoriale non ci viene detto nulla.
Il finale poi, mi ha proprio delusa. Sembra quasi che l’autore abbia infilato un insensato colpo di scena per dare un tocco in più al prevedibilissimo destino di Alec e Maj senza alcun successo.
Che dire di questo romanzo? Bella l’idea, ottimo lo stile, ma i personaggi e le loro azioni non mi hanno proprio coinvolto.

VALUTAZIONE FINALE: 2 FATINE E MEZZO!

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Buona lettura!

Anita

2 commenti:

Chiara Ropolo ha detto...

è un libro che ho lì in attesa da molto. Magari aspetto ancora, ho bisogno di personaggi più definiti, in questo periodo

Anita Blake ha detto...

Te lo consiglio se hai voglia di una lettura poco impegnativa. Per me è stata una bella delusione, perchè l'idea mi piaceva un sacco.