sabato 9 maggio 2015

LA MIA OPINIONE SU...TUTTO QUELLO CHE SO DI NOI DI ROWAN COLEMAN

Buonasera lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un libro emozionante e profondo che tratta un tema particolarmente drammatico: l' Alzheimer precoce.

Titolo: Tutto quello che so di noi

Autrice: Coleman Rowan
Prezzo:€ 16,90
Editore:Sperling & Kupfer
Dati: 2015, 312 pagine
Trama: Claire è una bella quarantenne che vive con una figlia grande avuta giovanissima e con Greg, che l'ha sorpresa innamorandosi al primo sguardo. E dire che all'inizio Claire non se ne era neanche resa conto: Greg sembrava un ragazzo, con dieci anni meno di lei e tanto fascino, tanto silenzioso charme. Poi però si era lasciata conquistare da quell'uomo sinceramente romantico. Il matrimonio, la vita in comune e la nascita di una bambina deliziosa erano stati l'ovvia conseguenza di una passione inaspettata quanto benvenuta. Gli impegni, la frenesia della vita quotidiana e le tante cose da fare sono ora il piacevole corollario di una felicità che pare regalata. Così, all'inizio, sembra normale dimenticare le chiavi della macchina. O perdere l'orario d'uscita dell'asilo. Ma quando la memoria di Claire comincia a segnare il passo, lei deve fare i conti con qualcosa di più grande. E invece di arrendersi al suo destino, decide di combattere scrivendo il suo libro dei ricordi, la traccia tangibile della propria esistenza, della straordinaria storia d'amore con Greg e del profondo sentimento materno che la lega alle figlie. Perché solo l'amore non dimentica. 
La mia opinione: Claire è una donna serena e appagata, con un matrimonio felice e due splendide figlie, quando si ammala di una terribile malattia neuro degenerativa : l' Alzheimer precoce.
Un male terribile che ruba la memoria, cambiando completamente la persona che ne viene colpita.
Lento e inesorabile, il morbo uccide lentamente tutti i ricordi di Claire che in pochi mesi dimentica l'amore per Greg, la capacità d'insegnare, di guidare e di occuparsi della figlia più piccola.
Non conoscevo a fondo questa malattia e questo libro mi ha sicuramente spalancato le porte di un mondo oscuro e terribile, ma che con forza e coraggio può essere affrontato.
La storia non è il resoconto di una malattia, non si parla di ospedali ne di terapie, ma della lotta di una donna che con tenacia, cerca di non lasciarsi sfuggire nemmeno un secondo della propria vita, nonostante l'inesorabile scorrere del tempo.
Il lato umano di questa storia è curato perfettamente, i personaggi sono veri, naturali e ben delineati.
Le emozioni non sono finte o stereotipate, ma si avvertono con una forza straordinaria. Il dolore di Greg nel vedere la moglie sparire giorno dopo giorno, la caparbietà di una madre disposta a tutto pur di aiutare una figlia malata, la confusione e la paura della primogenita di Claire, il tutto descritto e presentato con estrema cura e delicatezza, senza cadere mai nel drammatico.
L'unione familiare e l'amore che trapela da queste pagine è immenso e riesce ad infondere coraggio e speranza anche al lettore.
La trama è molto ricca e variegata. 
Il tema centrale è la malattia di Claire, ma a contornare la vicenda c'è la vita della figlia maggiore, finita in un grosso guaio, il passato della madre di Claire, la storia d'amore con Greg e il sentimento sbocciato improvvisamente per un misterioso sconosciuto.
Lo stile narrativo mi è piaciuto molto, in quanto alterna i punti di vista di tutti i familiari, attraverso la stesura del diario che tutti i componenti stanno scrivendo, per non perdere nemmeno un attimo trascorso con Claire.
La scrittura dell'autrice è fluida e scorrevole, vivida e poliedrica, intreccia con grande maestria momenti di riflessione ad altri più tranquilli e divertenti.
Un ottimo romanzo per chi ha bisogno di una lettura forte ed interessante, ma soprattutto carica di emozioni.

VALUTAZIONE FINALE: 4 FATINE

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Buona lettura 

Anita

2 commenti:

Chiara Ropolo ha detto...

deve essere veramente intenso

Anita Blake ha detto...

Nonostante il tema non é per nulla triste o pesante, solo un pò malinconico. In realtà parla più di vita che di morte.