Preparatevi a conoscere la storia straordinaria di una donna che ha vissuto un'esperienza unica e devastante.
Titolo: La figlia della giungla
Autori: Marina Chapman,, Lynne Barret-Lee
Prezzo:€ 17,50
Editore: Piemme
Dati: 2016, 332 pagine
Trama: Quella di una ragazzina cresciuta in una foresta e allevata da un branco di scimmie è una storia che pare assomigliare più a un racconto di fantasia che alla realtà. Subito tornano alla mente le celebri vicende di Tarzan o del Libro della Giungla di Rudyard Kipling. Eppure nella storia di Marina Chapman tutto è stato accertato come vero. Rapita all'età di cinque anni con il proposito di ottenere un riscatto, mentre si trovava in Colombia con i genitori, la bambina viene invece abbandonata nella profondità della giungla. Qui, sarebbe senz'altro morta di stenti se non avesse presto incontrato qualcuno. Dopo una giornata intera trascorsa a piangere e a gridare aiuto, svegliandosi da un sogno angosciato, Marina vede intorno a sé una trentina di "scimmie cappuccine", che la scrutano incuriosite. Dopo una lunga e manesca ispezione, i primati decidono al fine di accogliere la bambina con sé. Lontana anni luce dalla sua famiglia d'origine, la piccola troverà sollievo in quello strano gruppo di animali che si mostrano particolarmente socievoli l'uno con l'altro e che le sembrano, in fondo, una nuova insolita famiglia. Comincia così per lei un'esistenza selvaggia, destinata a protrarsi per cinque anni. Ancora oggi, quando guarda indietro alla vita passata col branco, Marina non sa celare un moto di nostalgia per i suoi strani compagni della giungla, a cui ha affibbiato affettuosi nomignoli: Nonno, Marroncino, Punta Bianca.
La mia opinione : Quando ho iniziato questo libro quasi stentavo a credere che quanto raccontato fosse effettivamente reale.
La storia di Marina è davvero unica e merita di essere conosciuta, perché ha davvero tanto da dare.
L’epopea della sua vita inizia in Colombia quando, a soli quattro anni, viene rapita e abbandonata nella giungla.
Per sopravvivere è costretta ad adattarsi e con il suo spirito curioso e sensibile di bambina riesce a superare brillantemente la prova senza contare l’aiuto ricevuto da un branco di scimmie cappuccine che l’adotta come un suo membro.
La parte dedicata al periodo della foresta (si presume durato intorno ai sei anni) è il più entusiasmante e probabilmente il più felice. Il rapporto con gli animali, le esperienze spesso pericolose e le sue avventure sono davvero un materiale unico su cui riflettere.
Sembra assurdo, ma i veri guai cominciano quando la bambina arriva in città e inizia a vivere con gli uomini.
La sfortuna la porta prima in un bordello, poi ad essere una bambina di strada e infine a lavorare come schiava presso una potente famiglia mafiosa.
Le persone che incontra sono crudeli e insensibili. Nessuno si cura di lei e del fatto che abbia avuto un’infanzia diversa anzi viene trattata ancor peggio per questo deficit.
Poche persone sono buone con Marina, ma è grazie a quelle che riuscirà a sfuggire alla morte e alla sofferenza.
Durante la lettura mi sono chiesta innumerevoli volte come sia possibile che delle scimmie siano state più amorevoli rispetto a tutti gli esseri umani incontrati in seguito.
Ho provato una forte empatia con Marina, mi sono commossa e mi sono emozionata di fronte a tutto ciò che gli capitava.
Il romanzo è scritto molto bene con uno stile fluente, accattivante e profondo. Mi ha garantito una lettura scorrevole, sempre attiva e molto profonda.
Consiglio vivamente questo libro, perché mi ha arricchito e mi ha emozionato molto.
VALUTAZIONE FINALE: 4 FATINE E MEZZO!
E MEZZO!
Buona lettura
Anita
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