lunedì 17 settembre 2018

LA MIA OPINIONE SU: 6 campi. Sopravvissuta a Terezín, Auschwitz, Kurzbach, Gross-Rosen, Mauthausen e Bergen-Belsen di Zdenka Fantlová

Buonasera lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un romanzo toccante, profondo e commovente scritto da una delle ultime sopravvissute all'Olocausto. 

Titolo: 6 campi. Sopravvissuta a Terezín, Auschwitz, Kurzbach, Gross-Rosen, Mauthausen e Bergen-Belsen
Autore: Zdenka Fantlová
Editore:TRE60
Dati: 2018, 303 pagine
Trama: Quando i tedeschi occupano la Boemia e la Moravia, nel marzo 1939, Zdenka Fantlová ha 17 anni. Nonostante le discriminazioni che i nazisti impongono da subito agli ebrei, cerca di vivere normalmente la sua vita. Fino a quando il padre viene deportato a Buchenwald: Zdenka non lo rivedrà più. Nel 1942 viene deportata, insieme alla famiglia e al fidanzato Arno, a Terezín, un campo di concentramento a nord-ovest di Praga. Mentre Arno viene spedito in un campo a est, Zdenka vi rimane fino al 1944, quando viene «trasferita» ad Auschwitz: lei e la sorella Lydia sopravvivono alle selezioni, la madre no. Ma a questo punto le sorti della guerra si sono ribaltate, i russi incalzano e cominciano le terribili «marce della morte» verso ovest. Zdenka e Lydia transitano così da Kurzbach e poi dal famigerato campo di Gross-Rosen. E poi sono di nuovo «spostate» a Mauthausen e infine a Bergen-Belsen. Qui, dopo la morte della sorella, Zdenka viene infine liberata dagli inglesi, unica sopravvissuta della sua famiglia. Oggi, a 95 anni, Zdenka è impegnata a portare la sua testimonianza in giro per il mondo, perché tutto ciò che lei ha vissuto non sia dimenticato.
La mia opinione: Questo romanzo è una testimonianza sconvolgente, una raccolta di memorie intensa e vivida che ci consente di vivere e di conoscere a fondo un tragico momento storico attraverso gli occhi di una donna coraggiosa e piena di speranza.
La storia ha inizio con una Zdenka molto giovane, una bambina come tante, con una bella famiglia e tanti sogni nel cassetto.
Un futuro cancellato in un attimo dalla ferocia nazista che ha costretto Zdenka  a crescere in fretta e ad affrontare un calvario inimmaginabile.
Sballottata da un campo all'altro all'interno di carri bestiame, immersa nel dolore e nella disumanità dei nazisti assisterà alla tragica fine di tutta la sua famiglia.
Gli orrori vissuti dalle vittime dell'Olocausto sono tristemente conosciuti e non sono quelli che rendono caratteristico questo libro.
La casa editrice ha scelto un titolo d'impatto , ma assolutamente riduttivo, per enfatizzare la difficile esperienza dell'autrice.
Personalmente a colpirmi non è stato il numero dei campi visitati da Zdenka, ma la voglia di vivere e il coraggio che la contraddistingue.
Davanti alla morte, alla sofferenza e alla perdita degli affetti la protagonista non si arrende mai e nemmeno per un attimo cede alla tentazione di farla finita.
Solo grazie al suo spirito Zdenka riesce ad intravedere la luce alla fine del tunnel persino nel finale quando non era più in grado di camminare.
Non posso fare a meno di invidiare una tale forza che caratterizza una protagonista davvero eccezionale.
Un romanzo che non è solo memoriale, ma un esempio di vita dalla quale tratte ispirazione.
Consigliato a chi ha voglia di vivere emozioni forti, di approfondire un tremendo capitolo storico e soprattutto di trarre ispirazione da una donna di grande forza e carattere.

VALUTAZIONE FINALE: 4 FATINE
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Buona lettura
Anita

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