Buonasera lettori! Torna una delle mie rubriche preferite dedicate alla frasi più belle che mi hanno catturato durante la lettura di un romanzo.
Colpa delle stelle è di per sé un romanzo meraviglioso con personaggi vividi e straordinari che nonostante la profonda tristezza lascia delle emozioni indimenticabili.
Lo stile dell’autore mi è piaciuto moltissimo e non ho potuto fare a meno di trascriversi un sacco di frasi davvero bellissime.
Trama: Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
Ecco le frasi che più mi hanno colpito di COLPA DELLE STELLE DI JOHN GREEN :
«Ti posso rivedere?» mi ha chiesto. C’era un tenero nervosismo nella sua voce. Ho sorriso. «Certo.»
«Domani?» ha chiesto.
«Come corri» ho detto. «Non vorrai sembrare troppo impaziente.»
«È per quello che ho detto domani» ha detto. «Io vorrei rivederti stanotte. Ma sono disposto ad aspettare tutta la notte e molta parte di domani.»
«A volte le persone non capiscono le promesse che fanno nel momento in cui le fanno» ho detto.
Isaac mi ha scoccato uno sguardo. «Sì, certo. Ma la promessa la mantieni lo stesso. È questo l’amore. L’amore è mantenere lo stesso la promessa.»
Isaac ha continuato ad accanirsi sui trofei saltandoci sopra a piè pari, urlando, sudato e senza fiato, e alla fine è crollato sopra la massa informe di resti.
Augustus gli si è avvicinato e l’ha guardato. «Ti senti meglio?» ha chiesto.
«No» ha mormorato Isaac, ansante.
«È questo il problema del dolore» ha detto Augustus, di nuovo guardandomi. «Esige di essere sentito.»
Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta.
«Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido nel vuoto, e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te.»
«La gente si abitua sempre alla bellezza.»
«Io non mi sono abituato a te, non ancora» ha detto lui sorridendo.
Ho cominciato a scorrere le foto del mio cellulare, un ip-book alla rovescia degli ultimi mesi, a partire da lui e Isaac fuori dalla casa di Monica per arrivare alla prima foto che gli avevo scattato, durante la gita alle Ossa Funky. Sembrava passata un’eternità, un’eternità che sembrava breve ma allo stesso tempo infinita. Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti.
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